HO INCONTRATO ALBERTO SORDI. I 100 ANNI DI ALBERTONE.

Ho incontrato Alberto Sordi una sola volta, anche se in realtà è sempre stato uno di famiglia, come del resto per tanti di noi. I numerosissimi film, le sue partecipazioni televisive me lo hanno fatto apprezzare come artista. Il suo modo di fare e parlare, da sempre hanno caratterizzato il personaggio Sordi e mi hanno sempre solleticato la curiosità di conoscerlo nel privato. Arrivò l’occasione di incontrarlo nel 1995. Il 29 Settembre mi invitarono ad una conferenza stampa all’Hotel San Lorenzo di Mantova, dove Albertone avrebbe dovuto  presentare il film “Nestore l’ultima corsa”. Un attesa emozionante come se si stesse aspettando l’arrivo di un Papa o un Capo di Stato. Non appena entrò nella sala ci fu un ovazione e tra un sorriso e un saluto cominciò a parlare dei suoi inizi. Di quando a causa della sua inflessione dialettale romanesca fu scartato all’Accademia.  Parlò del suo primo amore, la  radio e dei suoi primi personaggi facendone il verso. Raccontò aneddoti legati ai film che sono entrati nella nostra vita, anche attraverso scene e battute indimenticabili come quella di un “Americano a Roma” e la sua colazione con gli spaghetti “provocatori”, che in quell’occasione recitò nuovamente. Trovarsi li a pochi metri da un monumento del cinema italiano e poter ascoltare, in una sala incantata, la sua vita di artista, non fu cosa da poco. Molte di quelle cose le conoscevo già, ma era come ascoltare un nonno che ti racconta la stessa storia, ma che ogni volta ha un sapore diverso. E fu in quell’occasione che ricordò l’importanza dei nonni, il valore della loro esperienza e di come ci si possa arricchire frequentandoli e ascoltandoli. Terminata la conferenza stampa riuscii finalmente ad avvicinarlo con il microfono della radio per strappargli una battuta. Mi disse con il suo vocione “Ahò chi è sto Pico? Pico, Pico mi sentite, Pico ahò? Un saluto a tutti gli ascoltatori di Radio Pico da Alberto Sordi, ciao” e poi con il suo sorriso mi salutò e scese con l’ascensore per continuare la sua giornata mantovana.

 

Giacomo Borghi